La sigla ASO sta per assistenti di studio odontoiatrico e sono quelle figure che affiancano il dentista durante le diverse procedure dentali.
L’obiettivo di questo articolo è mettere il focus su delle persone che, spesso, all’interno del team, vengono date per scontate, soprattutto dal paziente. Infatti ieri un bimbo mi ha detto, riferendosi alla mia assistente, “pensavo fosse la tua serva” e io ci sono rimasta un po’ di sasso. Eccomi qui quindi a dedicare un po’ del mio tempo a loro per compensare tutto quello che fanno per noi dentisti.

Altra cosa che vorrei puntualizzare è che, se è vero che fino ad ora la maggior parte degli ASO sono state donne, ultimamente anche qualche uomo si sta specializzando in questo campo. Tutto ciò per dire cosa? Tu chiameresti mai l’assistente del tuo dentista “signorino”? Quindi, perché farlo con le donne? Perché mai dire “scusi signorina”? Se non sapete come si chiama, basta chiederlo e poi potete rivolgervi a lei/lui con il suo nome; come d’altronde tutti gradirebbero.
Studi per diventare un ASO
Ebbene sì, a differenza di una volta, per diventare ASO si deve intraprendere un percorso di studi annuale. Esistoni diverse opzioni per poter conciliare al meglio lo studio con il lavoro, ovviamente. A Como e Milano, ad esempio, la Dental Equipe School organizza corsi, insieme ad ANDI, con lezioni di venerdì e sabato ogni 2 settimane.
In questi corsi, viene fornita una formazione a 360° che permette agli studenti di imparare le nozioni basiche per assistere al meglio l’odontoiatra, ma anche per conoscere meglio il corpo umano e per gestire la parte di segreteria, amministrazione e sterilizzazione.
Non solo però è tutta teoria, c’è anche un tirocinio pratico che viene svolto negli studi dentistici che mettono a disposizione le loro strutture per accogliere un/una tirocinante. Durante queste ore, normalmente, si viene seguiti da un ASO più esperta/o o da un odontoiatra per capire meglio come funziona sul campo pratico e per essere introdotti gradualmente nel mondo del lavoro.
Non vi mento, però, per il tirocinio bisogna avere un po’ di fortuna. Infatti alcuni studi chiudono il/la tirocinante in sterilizzazione senza mai fargli/le vedere nulla di assistenza odontoiatrica. In questo caso, se tu che stai leggendo sei un/una tirocinante ASO e ti senti identificato, ti invito a farti valere e a chiedere di assistere alle procedure dentali. È nel tuo più totale diritto!
Quali sono le sue mansioni e competenze?
Innanzitutto l’ASO deve saper interagire con le persone assistite, i membri dell’equipe professionale, i fornitori e i collaboratori esterni. Deve fare un po’ da collante insomma tra il dentista e le altre figure che entrano nello studio odontoiatrico, con particolare focus sul paziente. Quindi sono fondamentali delle abilità per le relazione interpersonali, empatia e comunicazione.

Deve poi allestire gli spazi e le strumentazioni per il trattamento odontoiatrico secondo protocolli e procedure standard. Quindi oltre a preparare il campo operatorio prima della seduta, si deve occupare anche della disinfezione e sterilizzazione degli strumenti e delle superfici per garantire la massima sicurezza.

Passiamo poi all’assistenza all’odontoiatra pura e cruda. Quindi, una volta che il paziente si è accomodato in poltrona deve aiutare il dentista nello svolgere il procedimento clinico, non concentrandosi solo sulla corretta esecuzione ma anche sulle reazioni del paziente seduto in poltrona, a volte deve fare anche da psicologo/a 😅.
In ultimo, deve saper anche trattare la documentazione clinica e amminisitrativo-contabile.

Deve essere un superman/superwoman, deve arrivare ovunque, seguire tutto e tutti, non è vero?! Uno studio odontoiatrico, non andrebbe avanti senza ASO e un buon dentista, da solo, per quanto possa avere un’ottima mano e un’eccellente formazione, senza un ASO alle spalle potrebbe fare ben poco. Siamo tutti una squadra e in questa squadra ognuno ha il suo compito, ma tutti hanno lo stesso valore.
Quindi un grazie a tutti/e i/le nostri/e ASO, ma un grazie in particolare alla mia. Alla mia che ha deciso di reinventarsi ancora una volta, che non ha avuto paura di tuffarsi in questa nuova avventura o che se ne ha avuta, ha deciso di tuffarcisi lo stesso, che è dovuta ritornare sui libri nonostante non ci fosse più abituata, che ha dovuto modificare la sua vita per coinciliarla con questo nuovo lavoro, che sta con me e con i nostri pazienti fino a tarda serata o nel week-end, quando a casa la sua famiglia la aspetta, che mi supporta e sopporta in ogni occasione, che mi compensa, mi capisce e mi consiglia. Credo che come lei ce ne siano molte altre lì fuori, ma lei per me è UNICA. Quindi grazie 🧡.